Il gioco è una cosa seria
- percorsipsicomotor
- 2 gen 2015
- Tempo di lettura: 2 min

Il gioco non è un semplice passatempo, qualcosa di superfluo, di cui il bambino può fare a meno ma è l'elemento chiave della sua vita, l'espressione più libera della creatività, dell'immaginazione e dell'industrialità infantile. Il gioco è la strada privilegiata per accostarsi alla realtà, elaborandola e modificandola a suo piacimento attraverso la fantasia e, per tutto il periodo dell'infanzia, rappresenta un teatro vivente su cui il bambino può mettere in scena qualsiasi storia, abolendo ogni censura e lasciando via libera all'inconscio, proprio come avviene nei sogni. Non solo, ma può anche pareggiare i conti con la realtà quando si rivela deludente o intollerabile ed evitare dentro di sé sentimenti repressi come il rancore, l'invidia, la paura dando loro un sbocco creativo attraverso il gioco. Lo psicologo inglese Donald W. Winnicot ha scritto "nel gioco, e forse solo nel gioco, il bambino, come l'adulto, è veramente libero di essere creativo". Ecco perché il gioco non va assolutamente considerato come attività secondaria o poco importante.
In una società che corre così veloce, che propone, spesso anche a bambini molto piccoli, giornate impegnative e tante cose da fare, è importante aiutare il bambino ad avere un momento tutto suo per dedicarsi ai giochi che preferisce, da solo o con i suoi compagni. Il gioco è un'attività molto più educativa di tanti corsi specializzati che il bambino frequenta magari anche senza la volontà e il piacere di farlo. Con questo non si vuole affatto sminuire l'attività sportiva o le altre attività pomeridiane che vengono proposte al bambino ma, ciò che si vuol far capire attraverso questo articolo è che non bisogna riempire troppo le giornate del bambino eliminando completamente il tempo del gioco. Insomma, nell'agenda del bambino tra l'ora del corso di musica, nuoto, calcetto, inglese, non deve assolutamente mancare l'ora del gioco libero.
Una delle leggi fondamentali dello sviluppo infantile, che non dobbiamo assolutamente dimenticare, la più ovvia, spesso la più contrastata, è proprio questa : "il bisogno del bambino di accostarsi alla realtà attraverso l'esplorazione creativa, fantastica, che solo il gioco gli consente".
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