L'importanza delle prime relazioni psico-affettive del bambino
- percorsipsicomotor
- 21 gen 2015
- Tempo di lettura: 3 min

Il comportamento del neonato si sviluppa come un’unità. L’unità non è quindi da conquistare ma da preservare.
Ora partiamo dal principio e quindi pensiamo alla vita intrauterina. Nel corso della vita intrauterina la funzione muscolare rappresenta il primo modo di espressione dell’embrione. Essa si esercita molto prima che l’individuo sia capace di reagire a una stimolazione sensoriale di origine esterna; ovvero, il sistema motore è capace di scatenare e mantenere la propria attività senza il bisogno di stimolazioni sensoriali. Altro aspetto importante è che nel corso della vita fetale, l’organismo del bambino è in simbiosi con l’organismo materno e le esigenze metaboliche della sua crescita sono assicurate in relazione ai suoi bisogni. Dopo la nascita, il bambino, che viene separato dalla circolazione sanguigna materna, vive l’alternanza tra una sensazione di provazione, provocata dall’abbassamento di concentrazione dei metabolici del sangue e la soddisfazione di questo bisogno fondamentale. Il neonato oscilla, allora, tra uno stato di bisogno che si manifesta attraverso un’elevazione del tono all’origine di scariche muscolari impulsive, anzi di crisi, e uno stato di quiete, cui corrisponde un abbassamento del tono. In questo periodo fondamentali sono le risposte dell’ambiente che devono essere attente a creare il giusto equilibrio di questo comportamento tonico-emozionale perché, se questa fase della vita non affiora alla coscienza del bambino, è tuttavia sicuro che le esperienze corporee vissute restano inscritte, grazie ad una vera memoria del corpo, che è la forma più primitiva dell’inconscio.
Dalle prime settimane, ma soprattutto nel corso dello stadio pre-oggettuale (fino ai sei mesi), il comportamento si organizza anche sotto l’influenza delle stimolazioni sensoriali. Gli studi più recenti hanno messo l’accento sull’importanza delle stimolazioni esterne provocate dall’ambiente umano circostante nell’organizzazione dell’equilibrio tonico-emozionale del bambino. Nel corso della vita intra-uterina, il feto viveva già in un universo di sensazioni cutanee, sonore e propriocettive. Il passaggio alla vita aerea sembra creare un vero bisogno di esercizio delle strutture sensoriali. In particolare, i contatti cutanei si rivelano di un’importanza grande quanto i bisogni nutritivi nell’instaurarsi dell’equilibrio affettivo del bambino. Ecco perché l’intimità fisica che si stabilisce tra la madre e il neonato è fondamentale, tra loro si crea una vera e propria simbiosi. I momenti privilegiati di questa simbiosi sono quelli dell’allattamento, del bagno, quando il bambino viene vestito. All’inizio della vita del bambino, il momento privilegiato della relazione è quello dell’allattamento al seno più per la natura degli scambi che per ragioni puramente fisiologiche. Il bambino è in relazione corpo a corpo con la madre, ne sente il calore, il contatto cutaneo; questa relazione è fatta anche dell’odore, delle parole e del viso materno. Tutta la sensorialità è messa in funzione nel corso della soddisfazione del bisogno alimentare, e tale rito, che si ripete ritmicamente ogni tre ore, non può non abituare il bimbo ad una certa presenza stabile.
Esperimenti recenti, effettuati con animali e neonati, hanno evidenziato che il rinforzo essenziale per lo stabilirsi dell’attaccamento, contrariamente a quanto suggeriva Freud, non è di nutrizione ma di contatto corporeo. Sottolineiamo, a questo proposito, il rituale del bagno e della pulizia, con le relative azioni del riscaldare, asciugare, vestire, che apportano al bambino tutta una serie di sensazioni cutanee. In questo scambio cutaneo, si può dire che il bambino sia “collegato all’istinto materno” perché le reazioni toniche della madre che afferra il bimbo esprimono fedelmente la sua ansia e le sue reazioni emozionali, che non saranno senza effetti sul tono del bimbo stesso. Poiché lo stato tonico del neonato rivela il suo stato mentale, si può concretamente affermare che, con la mediazione dello scambio tonico, il funzionamento psichico della madre induce quello del neonato.
Fonte: Jean Le Boulch “Lo sviluppo psicomotorio dalla nascita a 6 anni”
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